UN ANNO PARTICOLARE

Ricorderemo questi esami per sempre e con loro, la piattaforma Zoom che ci ha accompagnato in questi mesi.
Voi siete i ragazzi del Covid 19. Siete quelli che avete fatto la quarantena (una parola che nasce già nel XIV secolo e che si riferiva all’isolamento di chi arrivava, imbarcato, dalle aree in cui c’era la peste nera), che avete sperimentato per la prima volta nella storia della scuola la DaD (didattica a distanza), quelli a cui è stato ordinato di vivere in casa per oltre 50 giorni, quelli privati della vita di relazione.Siete quelli che potrete raccontare ai vostri figli di aver vissuto una guerra, seppure senza bombe.
Il nemico invisibile è un virus, un microrganismo visibile solo con potenti microscopi, che si insinua all’interno del nostro organismo attraverso una stretta di mano o uno sternuto.
E’ ufficialmente finita a livello planetario, l’era delle guerre e dei missili, degli eserciti e delle bombe. Adesso si deve fare attenzione all’invisibile che esiste e che ci circonda. Anche questo è il prezzo da pagare per la globalizzazione economica cui tutto il mondo è sottoposto.
In questo periodo di forte carenza del sistema immunitario socio-affettivo della nostra società, si sono emanate circolari e certificazioni ma, in realtà, nessuno ha pensato a voi. Vi hanno solo ordinato di non uscire di casa. Ma voi avete fatto molto di più.
Avete dato ai vostri genitori la possibilità di conoscervi meglio, forse come mai accaduto, perché la condivisione degli spazi comuni ci ha portato a “stare” nella vita dell’altro condividendone ogni aspetto.
Avete studiato e seguito delle lezioni svolte con un mezzo asettico e che crea una falsa socializzazione, un mezzo che se da una parte ha permesso di continuare a lavorare insieme, dall’altro ha tolto l’essenza dell’insegnamento, quell’educere,quel tirare fuori da voi ciò che avete dentro e che attraverso il lavoro (imperfetto) di ogni insegnante svolto nelle classi, rimane dentro di voi per tutta la vita.
Avete svolto l’esame con la gioia e la voglia che solo la vostra gioventù può dare.
Siete stati, a vostra insaputa, i nostri insegnanti: ci avete insegnato che l’isolamento non è solo un momento in cui c’è il vuoto intorno a noi, ma un posto da cui si può uscire più forti e più determinati di prima.
Con la consapevolezza che ognuno di voi è una lampadina da accendere e non un sacco da riempire, vi auguro di sapervi rialzare sempre e di non vedere solo ostacoli durante il percorso della vostra vita.
Del resto, ce lo avete insegnato voi.
Vi abbraccio tutti.
Antonio Marco Gallitto